sabato 30 aprile 2016

STATI DI NICHILISMO

Aldo Masullo, 1923
Anche il nichilismo cambia. Per il filosofo Aldo Masullo non è più "scandalo teorico della ragione (...) ma effettivo esito patologico della nostra civiltà, stato di esistenza generalizzato. Mentre prima il principio era "nulla è vero, quindi tutto è lecito" ora è "tutto lecito quindi nullaè vero". Ne parla nel suo libro Stati di nichilismo (Edizioni Paparo, 2013).
Ma cosa sono gli "stati di nichilismo"? Per Masullo si tratta di focolai nichilistici che prescindono dall'essenza stessa del nichilismo e sono, momenti di vita , aree dell'esistenza accesi dalla nostra estenuata modernità. Uno dei sintomi è la trasformazione del nostro rapporto con il tempo, la velocizzazione dei cambiamenti, l'accelerazione del quotidiano. In generale il dissolversi della durata nel delirio di eventi puntiformi esaltano l'istantaneo senza ragione spingono ad un presente svuotato di senso profondo. Nel momento in cui l'estrema accelerazione frantuma la durata temporale in mille sconnessi frammenti, noi perdiamo noi stessi. La vita si svolge quindi come una serie di momenti i cui legami sfuggono alla comprensione autentica della ragione. Io vivo e basta. La ragione stessa ne risulta indebolita e ancora di più la capacità di dubitare ("la potenza della ragione è il dubbio", dice Masullo), cioè la capacità di venir fuori dall'immediato vivere e spingersi alla ricerca della comprensione di sé. Nel focolaio nichilistico in cui la ragione è debole si scambiano per valori irrigidite abitudini, non si hanno più criteri di valutazione.
Da questo stato si può riemergere sanando le separatezze dei momenti vissuti. Non si deve pretendere di essere l'altro ma acquisire la piena consapevolezza che solo perseguendo la ricerca di me, il senso della vita e in qualche modo comunicandolo all'altro, posso costruire una moralità che è intreccio di relazioni. Il rifiuto del con-senso inevitabilmente finisce in un deserto di senso.

Adattamento dell'intervista concessa a Giorgio Agnisola (Avvenire, 21 febbraio 2015)