sabato 14 marzo 2015

L'educatore "artista"

Lev Tolstoj

Ugo Zandrino, nella presentazione del testo di Tolstoj " La Scuola di Jasnaja Poljana" così descrive il pensiero del romanziere russo circa i "metodi" educativi:"Tolstoj è dell'opinione che il miglior metodo è l'assenza di metodo, che il maestro è artista e non tecnico, ma non rifiuta di trarre dalla sua esperienza quotidiana principi metodologici generali e particolari. L'esperienza gli ha dimostrato - per quel che riguarda le tecniche - "che il miglior metodo di tutti, in un certo senso, è quello di chi non ne ha nessuno, cioè di chi conosce e adopera tutti i metodi, e sa inventarne uno nuovo per ogni difficoltà che gli si presenta... Il miglior maestro è quello che ha sempre pronto il rimedio per ogni difficoltà che incontra lo scolaro e perciò bisogna che conosca il più gran numero possibile di metodi, abbia attitudine ad inventarne dei nuovi, e sia convinto che ogni metodo ha i suoi pregi e i suoi difetti: il che in conclusione vuol dire che non tanto un metodo gli occorre, quanto l'arte e il talento"".

sabato 7 marzo 2015

L'educatore maleducato

Franz Kafka
1883 - 1924

Da "Lettera al Padre" di Franz Kafka, (1952).

"Quel che si metteva in tavola doveva essere mangiato, sulla bontà del cibo non si discuteva; ma tu spesso lo trovavi immangiabile, lo chiamavi "mangime" e affermavi che "la bestia" (la cuoca) l'aveva rovinato. (...) Gli ossi non si potevano rosicchiare, ma tu lo facevi. La cosa più importante era tagliare il pane diritto; che tu però lo facessi con un coltello grondante di sugo era indifferente. Si doveva fare attenzione a non lasciare cadere avanzi di cibo sul pavimento; di solito erano tutti sotto di te. A tavola ci si doveva occupare solo del pasto, tu però ti tagliavi le unghie, facevi la punta delle matite, ti pulivi le orecchie con uno stuzzicadenti. Ti prego, padre, non fraintendermi, sarebbero stati di per sé particolari completamente insignificanti: per me divennero schiaccianti soltanto perché tu, misura assoluta di tutte le cose, personalmente non ti attenevi ai comandamenti che mi imponevi." In questo modo il mondo per me risultò diviso in tre parti: una in cui vivevo io, lo schiavo, sotto leggi che erano state escogitate soltanto per me e che inoltre, non sapevo perché, non ero mai in grado di rispettare completamente; poi un secondo mondo infinitamente distante dal mio, in cui vivevi tu, impegnato a governare, impartire ordini e andare in collera se non erano eseguiti; e infine un terzo mondo, dove il resto degli uomini vivevano felici, liberi da ordini e obbedienza."

venerdì 6 marzo 2015

Siamo qui nel Sottoscala

Una redazione scanzonata.
Il giornalista Alessandro Minardi (1908 - 1988)
Nel sottoscala non ci sono maestri, consigli d'amministrazione, assessori, manager o pubblicitari. Nel sottoscala si può ancora scambiare qualche parola con un po' di umanità. Nasce oggi "Sottoscala Educational", blog di spunti e riflessioni ispirati da esperienze a tema educativo.