|
Il giovane H. |
H. nasce in Germania da un missionario pietista e
dalla sua assistente. Subito gli viene impartita una rigida educazione
religiosa e, già durante l’infanzia, la mamma annota che il piccolo H. le dà
molto da penare per il suo carattere vivace. Per questo si è deciso di fargli
trascorrere tutta la settimana nella scuola per figli di missionari, rientrando
in famiglia solo la domenica. A tredici anni, superato il ginnasio, viene
avviato agli studi teologici in un prestigioso seminario evangelico ma comincia
ad essere insofferente e a patire per forti mal di testa e insonnia. Il mancato adattamento in quell’ istituto (in cui è accusato di avere una cattiva
influenza sui compagni) spinge il ragazzo alla fuga, i genitori decidono quindi
di farlo alloggiare presso la casa di un pastore esorcista di loro conoscenza.
Lì H. minaccia il suicidio con una pistola. H in quel momento ha quindici anni
e, a seguito di questo episodio, viene ricoverato presso una casa di cura per
epilettici e malati mentali. La diagnosi del manicomio di Stetten è di “malinconia”.
Disperato e dopo varie suppliche, a diciassette anni riesce ad essere dimesso dall’ospedale
psichiatrico. La famiglia lo manda ad alloggiare presso un Pastore loro amico,
lì prosegue la scuola ma dopo un po’, chiede di tornare a casa perché non
sopporta più la vita di studio. Riaccolto dai genitori comincia a lavorare come
apprendista in una fabbrica di orologi prima e come apprendista libraio poi. Diviene
maggiorenne e comincia a curare da solo la sua istruzione dedicandosi alla
poesia, alla letteratura ed attingendo alla biblioteca del nonno. La scrittura
diviene la sua passione.
In età adulta la vita di H. prosegue tra successi e
fallimenti, soprattutto si porta dietro la sua natura fragile e sensibile che
lo spingerà ad una ricerca di senso nella filosofia, nella psicoanalisi e nel
misticismo orientale. Nel 1946 Herman (Hesse) vince il premio Nobel per la
letteratura.
Fonti:
Nessun commento:
Posta un commento