domenica 5 luglio 2015

EDIPO, NARCISO E TELEMACO...

"L'Addio di Telemaco ed Eucari" J. L. David  1818
Ciò che resta della scuola e dell'educazione è la funzione insostituibile dell'insegnante e dell'educatore. Tutto si basa sull'erotizzazione del sapere e  sullo stile di chi lo trasmette. Per erotizzare il sapere serve  non essere dei meri ripetitori, delle caricature della conoscenza, serve preservare il posto anche all'impossibile per non rendere la vita mera amministrazione. Questa l'analisi di Massimo Recalcati nel suo libro "L'Ora di Lezione" - Einaudi, 2014. Secondo il noto psicoanalista l'educazione e la scuola sono costituite da tre situazioni: quella Edipica in cui la trasmissione del sapere è autoritaria, basata sulla potenza della tradizione e sulla sottomissione ad essa del discente/educando. Qui il modello pedagogico è correttivo-repressivo e l'allievo è una "vite da raddrizzare". In questo caso l'educando idealizza l'educatore, oppure lo contrasta ferocemente allo scopo di rovesciarlo. Si tratta di un modello prevalente negli anni che hanno preceduto le grandi contestazioni studentesche. La situazione successiva è quella di Narciso, colui che nulla considera se non la contemplazione di se stesso, in cui l'alleanza genitori - figli e l'innalzamento della competizione e del successo a valori sociali  hanno disattivato ogni funzione morale. L'educatore diviene uno spazzaneve, preoccupato solo di eliminare gli ostacoli che si pongono tra l'educando e il successo. I principi guida sono la prestazione, il successo e l'incriticabilità del sistema. Il  modello sottostante è ipercognitivista, l'educazione non è più un primato morale che "raddrizza le viti storte" come era nel modello Edipo, qui vi è il riempimento delle teste, la computerizzazione delle conoscenze, qui l'educazione è un plagio in cui vale tutto pur di raggiungere lo scopo (prevalentemente edonistico - consumistico). Recalcati scrive che nel modello "narciso" regna la confusione dei ruoli perché gli adulti, come rappresentanti della Legge simbolica della castrazione (Edipo) sono venuti meno. Giovani ed adulti sono narcotizzati dal totalitarismo soft indotto dall'effetto ipnotico degli oggetti di godimento che hanno in vaso le nostre vite secondo lo schema di un iperedonismo acefalo. In questa assenza di "legge" compare la figura di Telemaco, il figlio di Ulisse che si mette in viaggio per cercare il padre, cercare la sua autorità, colui che può riportare l'ordine ad Itaca, interrompere l"orgia" dei Proci. Questa è la terza situazione. Qui il "padre" deve rispondere e si tratta dell'educatore, dell'insegnante, ma non deve raddrizzare viti o riempire teste, deve testimoniare il sapere, accendere il desiderio, portare Legge. Perché "senza il desiderio la Legge si insterilisce e diviene una mummia in difesa di un sapere morto, ma senza la Legge il desiderio si frammenta e diventa puro caos". L'educatore deve quindi prendere la parola, fare silenzio attorno a sè, mostrare all'allievo il vuoto, fare largo tra le cianfrusaglie della quotidianità, siano esse parole o oggetti e lasciare uno spazio che l'educando possa pensare di riempire spinto dall'eros. Per fare questo l'educatore deve testimoniare il sapere ma dopo deve permetterne l'oblio per "liberarsi del sapere già saputo dall'altro" e creare il nuovo. E' una situazione in cui la rinuncia al piacere immediato, compulsivo dell'oggetto alimenta la sublimazione, lo sforzo di tendere a\qualcosa. "La possibilità della parola è data solo quando la bocca non è piena di cibo, quando c'è silenzio sufficiente perché essa venga ascoltata".

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